Non chiamateli provinciali JULIAN 10 e Lode

Non chiamateli provinciali



La provincia a volte racconta storie che rigano il viso, vicende che vanno oltre le linee bianche che tracciano i confini di un campo verde, oltre i tabellini, le classifiche, i gesti tecnici che fanno scattare in piedi gli spettatori sulle gradinate. Storie che ti spingono a fermarti un attimo, quasi a riprendere fiato, a riflettere oltre lo spazio definito dai novanta minuti. Era il 2011 quando Julian Uccello, italiano di Toronto, lascia il Casale per tornare in patria spinto da una malattia che non lascia scampo, appena venticinque anni e un futuro ancora da scrivere: una stella bianca sul petto e la doppia cifra dei suoi gol sembravano certezze di cemento. Il destino perĆ² era lƬ, sornione, che aspettava Julian per fargli uno di quegli interventi che ti rovinano per sempre: non prende la palla solo l’attaccante che deve abbandonare la disputa, per sempre. Lontano da Casale e da quell’affetto di una tifoseria che l’ha eletto a beniamino. Ma il destino che si era divertito ad allontanare Julian da quella maglia nera con stella bianca non aveva fatto i conti la sua voglia di tornare a calcare il prato del Natale Palli. Anche per una sola volta, soltanto per una manciata di minuti. Una presenza per rivendicare che Julian Uccello e il Casale sono una cosa sola.
MercoledƬ allo stadio Natale Palli Julian Uccello darĆ  l’addio al calcio e lo farĆ  con i colori del suo Casale e non importa se zoppicherĆ  un po’ nella partita con il destino il gol stavolta l’ha messo a segno lui.


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