LINO GAFFEO GRAZIE RAGAZZI E UN ABBRACCIO A TUTTI VOI.











Lino Gaffeo ci ha trasmesso questa lettera con preghiera di darne diffusione presso gli organi di stampa e i sostenitori.
IL MIO POMERIGGIO SPECIALE AL NATAL PALLI
Sono Lino Gaffeo e voglio manifestare tutto l’orgoglio per il mio primo anno nella dirigenza della societĆ , di cui ho l’onore di far parte. Non ho mai nutrito dubbi sulla serietĆ  sul valore sportivo del Casale calcio, sul blasone, la passione per questi colori. Ma soprattutto quella stella, stampata dalla parte del cuore, sulla maglia piĆ¹ bella del mondo. Un vanto che portiamo indosso su tutti i campi di calcio e rappresenta un’identitĆ  unica e non imitabile, come un nobile vino DOGC. Domenica, in occasione della giornata decisiva per la permanenza nel campionato di serie D (campionato molto competitivo a livello nazionale) ho avuto modo di capire cosa vuol dire essere tifoso del Casale. Perdonatemi per ciĆ² che scrivo, ma io adoro ancora un calcio fatto di valori umani e passione. Un calcio che troppo spesso la cinica realtĆ  di tutti i giorni tende a ridurre a puro scambio di interesse. Domenica 20 maggio tuttavia, ho vissuto insieme a voi tutti, alla squadra, allo staff e alla cittĆ , una giornata memorabile, che attraverso queste righe voglio rivivere attimo per attimo, per darvi conto di quanto fossero importanti le mie sensazioni, e di quanto importante sia ciĆ² che voi tutti mi avete regalato. Il prepartita e stato da brividi. GiĆ  due ore prima, entrando nello stadio, ho percepito un’aria particolare, da evento importante. Sensazione suffragata quando sono stati aperti i cancelli e i primi sostenitori hanno cominciato a prendere posto sulle gradinate. Vedendoli arrivare cosƬ numerosi con bandiere e striscioni, sentendo i primi cori di incitamento, vi confesso che l’adrenalina – giĆ  presente in maniera importante nella mia mente – ĆØ salita ulteriormente. Ho pensato che due passi nel corridoio potessero sollevare dal peso il mio stato d’animo, ma non v’ĆØ stato nulla da fare. Quel silenzio carico di tensione che arieggiava nei corridoi ove tanta storia ĆØ passata, non solo non ha diminuito la tensione; mi ha provocato brividi tali da indurmi a passeggiare nervosamente assorto nei miei pensieri con il desiderio che tutto passasse nel piĆ¹ breve tempo possibile, tanto era il peso che dovevo sostenere. Vedendo la porta dello spogliatoio chiusa, la parte di me che mi invitava a uscir fuori ĆØ stata sopraffatta da quella che mi diceva di entrare. CosƬ ho fatto e sono rimasto in silenzio – per poco – a guardare negli occhi i ragazzi. Trenta secondi, non di piĆ¹, che tuttavia mi sono serviti per capire quanto nei loro occhi fosse forte il desiderio di dare un senso (positivo) a questa stagione sofferta: per loro, per noi e per i nostri tifosi. Ho preso la via della tribuna, consapevole che la mia presenza nulla avrebbe portato e nulla avrebbe tolto a quanto i ragazzi avevano dentro. Lo speaker che annuncia con voce emozionata le formazioni, l’entrata in campo delle squadre, l’inno, il boato dei tifosi e poi via, inizia la partita della vita. E’ stata – ma non dico nulla piĆ¹ di quanto voi giĆ  sappiate – una gara sofferta in cui il sostegno ĆØ stato continuo, senza un attimo di sosta. I tempi regolamentari, i supplementari, le lancette dell’orologio che parevano rallentare volutamente il loro regolare ticchettio…poi la liberazione. Ho partecipato come fossi in campo all’azione dello splendido gol di Cappai, un vero capolavoro. La parola fine non era ancora stata scritta; ma per me quel gol e stata un’esplosione di gioia. Mentre scrivo mi viene in mente una frase, che lessi per caso tanto tempo fa. La scrisse Marco Bollesan, un rugbista, il quale disse del suo sport: “…il rugby ĆØ guerra, battaglia. Ma alle fine arriva la pace piĆ¹ bella del mondo” Con la Varesina non ĆØ stata guerra ma un confronto leale e sportivo; tuttavia la pace, quella sƬ, ĆØ arrivata e si ĆØ manifestata nell’abbraccio che ci ha unito al triplice fischio. Ho voluto rendere pubbliche le mie sensazioni perchĆ© il calcio ha la grande forza di trasmetterle. Con immenso entusiasmo posso dire che il Casale ha bisogno di queste emozioni, e sarebbe bello e stimolante che tutta l’intera cittĆ  di Casale si sentisse partecipe di questo. Domenica 20 abbiamo capito tutti che Casale vuole questo tipo di calcio. La presenza in tribuna del Sindaco Titti Palazzetti, del Vice Sindaco Angelo Di Cosmo e del Vice Presidente della Provincia Federico Riboldi, mi ha fatto capire che la passione nerostellata puĆ² in taluni momenti sembrare, come dire, sopita. Ma al momento giusto trova la forza per coinvolgere l’intera comunitĆ . Sarebbe bello portare il Casale a rivivere la storia passata con sfide, per esempio lo storico quadrilatero piemontese, con lo stadio pieno i nostri tifosi sempre calorosi, e cittĆ  di Casale sentirsi coinvolta in questo progetto. Alla luce di quanto ho percepito non ĆØ impossibile raggiungere questo obbiettivo, specialmente se tutti ci sentiremo coinvolti nell’alimentare una storia, una passione che – credetemi – ĆØ conosciuta ben oltre i confini del Piemonte e che tanti ci invidiano. Una squadra sportiva (parlo nello specifico del calcio poichĆ© ne sono coinvolto) rispecchia l’identitĆ  della cittĆ  ove e nata e vive, ed ĆØ per questo motivo che sia fondamentale il coinvolgimento di tutti: istituzioni, imprenditoria locale, commercianti, artigiani, gente comune. Certo, qualche volta non siamo riusciti a dare risposte che i nostri interlocutori si aspettavano. Tuttavia, da uomo di calcio serio e onesto quale penso di essere mai da parte mia, e di chi lavora con me per il Casale, sono mancate buona fede, passione e amore per questa societĆ  unica. Adesso ĆØ proprio tutto, ho voluto raccontarvi un po’ di me e delle mie sensazioni. Io ho un sogno e spero si avveri: quello di una comunitĆ  intera che ritorna a gridare FORZA CASALE! Insieme si puĆ². Un ringraziamento speciale va a questo gruppo di ragazzi e allo staff per i valori umani e di affetto che hanno dimostrato nei miei confronti.
GRAZIE RAGAZZI E UN ABBRACCIO A TUTTI VOI.
LINO

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