ANTONIO NON MOLLARE

Raciti, Speziale e Micale arrestati a Catania

Speziale dovrà scontare 8 anni di reclusione e Micale 11 anni

Antonio Speziale, uno dei due ultra' condannati per la morte dell'ispettore capo di polizia Raciti Antonio Speziale, uno dei due ultra' condannati per la morte dell'ispettore capo di polizia Raciti
 
ROMA - Sono stati arrestati dalla squadra mobile della Questura i due ultras condannati, con sentenza definitiva dalla Cassazione, per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti.
Antonino Speziale dovrà scontare 8 anni di reclusione e Daniele Micale 11 anni, uno dei quali per resistenza a pubblico ufficiale. Nei loro confronti la polizia ha eseguito ordini di carcerazione emessi dalle Procure generale e della Repubblica di Catania.
Antonino Speziale era stato accusato dell'omicidio preterintenzionale di Raciti per aver scagliato un lavello contro l'ispettore capo di polizia durante gli scontri dopo la partita di calcio Catania-Palermo del 2 febbraio 2007, tenutasi allo stadio Massimino. In primo grado Speziale, allora minorenne, venne condannato a 14 anni dalla sezione dei minori del tribunale di Catania. In appello, la corte aveva ridotto la condanna a otto anni, proprio perché all'epoca l'imputato non era maggiorenne. Oggi in udienza anche il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Volpe, si era pronunciato per l'inammissibilità dei ricorsi presentati dalla difesa di Speziale e da quella di Micale, che era stato condannato ad una pena maggiore (11 anni) perché all'epoca maggiorenne. Dopo cinque ore di camera di consiglio, oltre a respingere i ricorsi la Quinta sezione penale, presieduta da Gaetanino Zecca, ha disposto anche una refusione delle spese per la parte civile di circa 4.200 euro per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e per il ministero dell'Interno e quasi nove mila euro per la famiglia Raciti.
LEGALE SPEZIALE, RICORSO E REVISIONE PROCESSO - "E' chiaro che la giustizia in Italia non esiste più, ma la verità sì, e noi lotteremo per farla trionfare". Lo afferma il legale di Antonino Speziale, l'avvocato Giuseppe Lipera, commentando la sentenza della Cassazione sull'omicidio Raciti. Il penalista torna a riproporre l'ipotesi del 'fuoco amico': che l'ispettore sia stato ferito da un veicolo delle forze dell'ordine. "L'autista del Discovery della polizia - ribadisce Lipera - ha fatto a dibattimento dichiarazioni diverse e contrarie a quelle rese nell'immediatezza delle indagini per ben due volte alla squadra mobile di Catania". "Il mio cliente - annuncia il legale - intende presentare denuncia per falsa testimonianza e sulla base di questa circostanza che non potrà non essere accertata presenteremo immediata istanza per la revisione del processo".
LEGALE, VEDOVA PROFONDAMENTE PROVATA - La vedova dell'ispettore Filippo Raciti "é ancora profondamente provata" per 'il riacutizzarti di una ferita che si deve ancora rimarginare''. Lo ha riferito all'ANSA il legale di Marisa Grasso, l'avvocato Enrico Trantino, entrambi presenti all'udienza in Cassazione. "Spero che adesso, con questa parola definitiva - aggiunge il penalista - cessino gli echi delle polemiche e tutto quel rumore molesto che ha offeso ancor di più la memoria di Filippo Raciti". "Una sentenza di condanna non può mai generare felicità - aggiunge l'avvocato Trantino - è soltanto un atto di giustizia che stabilisce cosa è accaduto quella tragica sera e, se non restituirà più un figlio, padre e marito - conclude il penalista - dà un senso al sacrificio dell'ispettore Raciti che si batté per ripristinare l'ordine in quella che doveva essere una giornata di festa, non di guerriglia".

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