CI RICORDEREMO DI VOI...
ORA BASTA , CI RICORDEREMO DI VOI ALLE PROSSIME AMMINISTRATIVE
Nel pomeriggio di domenica 29 aprile, al
Natal Palli, si sfideranno a calcio la Nazionale Cantanti e una selezione di
cosiddetti “Resilienti del Monferrato”. Un team composto da imprenditori,
medici, attivisti e testimonial locali, individuati come alfieri della volontà
di riscatto del nostro territorio, funestato dalla tragedia dell’amianto. In
contemporanea, il Casale FBC sarà impegnato in quel di Seregno, in una sfida decisiva
per la permanenza in Serie D, ma questa è un’altra storia …
Tornando alla “partita del cuore”, è
evidente che giocare sul verde prato del nostro stadio cittadino, con spalti
presumibilmente gremiti e in nome di una buona causa, avrebbe fatto piacere a tanti.
Nei giorni scorsi, sul tema, siamo stati contattati dagli Ultras Casale,
curiosi di comprendere meglio su quali presupposti sia stata selezionata la
squadra locale. Nasce così l’intervista a Salvatore Rizzo, uno dei leader del
tifo organizzato nerostellato, nonché allenatore di Stay O’Party, formazione cittadina
di Seconda Categoria, in lotta per la vittoria del campionato e fresca trionfatrice
nella Coppa provinciale. Una chiacchierata che va oltre la semplice diatriba “provincialotta”
in merito alla convocazione di Tizio, o all’esclusione di Caio, in vista di una
partita benefica. Le parole di Rizzo, con il quale ci siamo trovati in
disaccordo nei mesi scorsi su altri temi legati alla gestione del Casale FBC,
aiutano a capire meglio il contrastato rapporto fra la città e il suo sodalizio
sportivo di maggior tradizione. Crediamo sia giunta l’ora di cercare un punto
d’incontro, consapevoli della difficoltà dell’impresa.
Ciao
Salvo e complimenti per il trofeo sollevato al tuo primo anno da responsabile
tecnico di una squadra “di categoria”. Conosci altri ultras, diventati
allenatori, o siamo di fronte a un exploit unico?
Non so rispondere, ma sono ovviamente
orgoglioso di quanto accaduto. Da ultras ho meno tempo di prima a disposizione,
in particolare la domenica, ma quando posso sono al fianco della squadra. Faccio
parte di un sodalizio storico, formato da decine di persone che alternandosi, in
base ai propri impegni personali, hanno dato e danno l’anima per la causa
nerostellata. Perché sentiamo forte, dentro di noi, il senso di appartenenza
alla città. Ci riconosciamo nella maglia più bella del mondo e combattiamo per
difenderla. Negli ultimi tempi il settore si sta ripopolando di giovani ed è
una splendida notizia.
Il
termine “combattere” è aspro e il mondo ultras, inevitabilmente, è spesso ricollegato
al problema della violenza negli stadi. Dalle nostre parti, bisogna ammettere
che recentemente le cose vanno meglio. Vi sentite comunque “marchiati”, in un
certo senso?
Non abbiamo trascorsi impeccabili, ma al
tempo stesso l’età media del nostro gruppo si è progressivamente alzata e
stiamo vivendo un’epoca storica ben diversa, dico in generale negli stadi, rispetto agli anni ’80 e ’90. Ne
parlo con rammarico, ma anche con consapevolezza e un pizzico di maturità in
più rispetto ad allora. I nostri ideali non sono cambiati, sia chiaro, ma il
modo di esprimerli è diverso. Gli ultras, ad esempio, in tema di solidarietà,
non sono mai stati secondi a nessuno e con una generosità, consentitemelo,
assai più genuina rispetto a quella di tante manifestazioni che si vedono in giro.
Ci tengo a ricordare le numerose iniziative cittadine a favore di Pulmino Amico
o dei terremotati del Centro Italia, con circa 10mila Euro raccolti,
complessivamente. Capite bene come possiamo esserci sentiti quando non siamo
stati interpellati per la partita del 29 aprile …
Non
l’avete presa bene, chiaro.
Siamo molto stupiti e delusi che nessuno ci abbia
interpellato per far parte dell’evento con uno o due rappresentanti in squadra,
a titolo simbolico. Probabilmente avremmo declinato l’invito, perché quel
giorno qualcuno seguirà il Casale e altri avranno i loro impegni, ma ci sarebbe
bastato il gesto. Lo stadio è una struttura comunale, ne siamo consapevoli, ma
se permettete a dipingere gli spalti, le ringhiere e i cancelli del Natal Palli,
la scorsa estate, c’eravamo anche, e soprattutto, noi ultras. Consideriamo lo
stadio come una nostra “seconda casa” e ci spiacerebbe se fosse stata una
decisione politica, perché noi non vogliamo essere accostati a nessun partito e
l’unica fazione che ci interessa è quella nerostellata, anche se al
momento delle elezioni, credetemi, nessun
partito si dimentica mai di noi. Ci spiace notare che, ancora una volta, il
Casale e la città sembrano viaggiare su due binari paralleli …
A
chi è rivolta la vostra accusa, nello specifico?
Sarebbe bello sapere chi ha organizzato
la squadra, anche se qualche idea in proposito ce l’abbiamo. Chi ha agito si è
dimenticato di noi, come del resto snobba puntualmente il Casale FBC, facendo
torto alla storia e alla tradizione culturale della città. A questo punto,
lanciando una provocazione, mi chiedo
come mai del calcio, in città, ci si ricordi solo quando arrivano a giocare i
cantanti. Bisognerebbe chiedere a questi ultimi se per caso abbiano anche una
nazionale di pallacanestro. Così la prossima volta si organizzerà un
bell’evento al PalaFerraris, al calduccio, tutti eleganti, con microfoni e
megaschermo perfettamente funzionanti. Sarebbe più in linea con l’attuale
andazzo cittadino, no?
CASALE SIAMO NOI....
Non chiamateci solo quando vi servono i voti
noi ci ricorderemo di voi alle prossime amministrative ......
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