Una Società sana e alle soglie della C1, potrebbe attrarre malintenzionati
OMODEO: UNICA STRADA PERCORRIBILE
Una Società sana e alle soglie della C1, potrebbe attrarre malintenzionati
Quando una società storica come il Casale attraversa un momento di crisi finanziaria e societaria, automaticamente si espone ad un rischio che sarà assolutamente da scongiurare: finire nelle mani sbagliate. Di esempi nel passato ce n’è sono stati molti, basta guardare cosa è accaduto soltanto un anno fa all’Alessandria Calcio. «Cornuta e maziata» la squadra grigia si è trovata dopo solo un anno, con un «buco» importante nelle casse societarie e retrocessa in categoria inferiore per illecito sportivo, nonostante avesse recitato un ruolo da protagonista in Prima Divisione. Dal profumo della Serie B alla vecchia C2 in meno di un mese. E’ necessario, quindi, che la Foppiani, il liquidatore Giorgio Zanon e l’Amministrazione Comunale, facciano particolare attenzione alle eventuali trattative aperte e che passino al setaccio i vari candidati. Questo perchè, come detto, il rischio che una società appetibile come il Casale, alle soglie della C1 e con i conti (in teoria) in regola, finisca nelle mani di qualche «malintenzionato» è altissimo. Guadagni facili e veloci, riciclaggio di denaro, semplice megalomania. Sono queste, spesso, le motivazioni che spingono alcuni personaggi, che poi si dimostrano essere poco raccomandabili, ad acquisire quelle società di calcio che sono alla ricerca disperata di nuovi proprietari. Dalla piazza vengono accolti come i salvatori della patria, salvo poi svegliarsi da un sogno che velocemente diventa un incubo. Come cavallette lasciano dietro di loro terra bruciata. Per questi motivi la città ed i tifosi devono auspicare che vadano in porto operazioni con candidati affidabili: imprenditori della zona, appassionati di calcio, gente con un curriculum di tutto rispetto. In questo senso, dopo che è naufragata la trattativa con il “portavoce” Stefano Corona, la strada che porterebbe il club nerostellato tra le mani di patron Alberto Omodeo, sembra l’unica attualmente percorribile. L’alternativa potrebbe essere un imprenditore casalese che abbia voglia di assumersi questo onere, ma se dopo Giuseppino Coppo, negli ultimi otto anni, non si è ancora fatto vivo nessuno, tant’è che la società è passata da una proprietà torinese ad una milanese, sembra irreale che si materializzi una svolta nei prossimi mesi. Qualche facoltoso casalese ci sarebbe, ma si limiterebbe a partecipare alla causa più che ad addossarsi da solo la croce. Staremo a vedere
fonte La Vita Casalese
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