INTERVISTA

LA VITA DEL TIFOSO TRA TESSERE,
DIVIETI E BELLE INIZIATIVE


I tifosi del Casale, presenti in buon numero a Valenza, vantano il poco invidiabile record di non aver potuto partecipare a sette trasferte su tredici. Divieti delle Questure, impianti sportivi non a norma con partite a porte chiuse, resta il fatto che - decimati dalle diffide e limitati da una tessera del tifoso a loro indigesta - raramente i Boys hanno potuto seguire la squadra nerostellata lontano dal Natal Palli: dovrebbero comunque poterlo fare nelle tre decisive sfide di San Bonifacio, Chiavari e Trento, se non capiteranno incidenti. Gli ultras, attraverso le parole di Michele Cimini - uno dei loro esponenti - ci hanno rilasciato un’intervista in cui fanno il punto della situazione di questa travagliata stagione. La principale richiesta agli organi di stampa è di mettere in luce anche gli aspetti positivi del loro operato e non soltanto quelli negativi. Non perderemo occasione di segnalare gli uni e gli altri, com’è giusto che sia. Senza strumentalizzazioni e senza sconti.

Michele, cominciamo dalla tessera del tifoso che sta alla stragrande maggioranza degli ultras come l’aglio a Dracula …
Noi non abbiamo aderito e abbiamo invitato le altre persone a seguire il nostro esempio, pur sapendo di perderci dal punto di vista economico per la necessità di comprare il biglietto ogni domenica. Questa presa di posizione ha ridotto il numero degli abbonati (da circa 400 a 130 – ndr) con aspetti positivi e negativi per le società, ma soprattutto le normative sono state recepite a fatica e si sono rivelate incapaci di limitare il problema della violenza. Si è visto alla prima giornata, quando siamo stati assaliti dalla frangia più calda dei tifosi di Busto Arsizio. Pensate che il tifoso “tesserato”, in trasferta, è destinato da regolamento al settore ospiti, quello più disagevole, mentre noi che siamo senza dubbio più effervescenti, per così dire, dovremmo accomodarci a fianco del pubblico di casa. Qual è il padre che porta il figlio allo stadio, in queste condizioni? Senza contare che dietro al discorso della fidelizzazione si nascondono interessi di marketing per banche e altri soggetti o che talvolta si è obbligati a comprare il biglietto entro il sabato, con ulteriori costi di prevendita. A Valenza abbiamo pagato 14 Euro ciascuno, tutto compreso. Altro che politica per le famiglie, ministro Maroni!

Ultras significa calore e coreografie, ma purtroppo - questo è innegabile - spesso è anche sinonimo di violenza. Come combatterla?
Non siamo dei santi, ma nemmeno dei criminali come spesso e volentieri siamo fatti passare. Quello che proprio non ci va giù è che basta il minimo pretesto per sbatterci in prima pagina e per associare il calcio a episodi di violenza che fanno parte della vita privata di pochi di noi, mentre i Boys Casale quasi sempre non c’entrano nulla. Qualche volta, e qui mi riferisco al contesto domenicale, ci piace partecipare a una sana scazzottata con tifosi rivali come ne accadevano anche agli albori del calcio, chiedete ai più anziani se non è vero! Siamo però contrari all’utilizzo di armi e alle esasperazioni. A Casale, in fondo, si riesce a controllare bene il gruppo, anche se i cani sciolti ci sono, qui come ovunque. Peraltro esistono leggi dello Stato e basterebbe farle rispettare come accade all’estero. In Italia, invece, qualche ora dopo il fermo spesso e volentieri si viene rilasciati. Le forze dell’ordine? In alcuni casi ci aggrediscono a prescindere, mentre in altri casi il rapporto è migliore. A Montichiari, ad esempio, abbiano conosciuto un carabiniere fantastico che ha saputo prenderci dal lato giusto e si è mostrato gentilissimo.

Ultras significa anche solidarietà, vero?
Certamente, perché fra di noi siamo pronti ad aiutare chi ne ha bisogno e, allo stesso modo, siamo pronti a partecipare a iniziative benefiche di vario genere, magari fianco a fianco con quegli stessi tifosi che prima ho definito rivali. Qui a Casale, nel recente passato, si sono svolti tornei che hanno radunato tifoserie di tutta Italia e noi siamo stati a Milano per i bambini di Don Mazzi, così come a Monopoli per le vittime del terremoto in Abruzzo.

Fra le problematiche stagionali, c’è anche il difficile rapporto fra la tifoseria organizzata e il direttore generale Massimo Londrosi. Qual è la vostra posizione ufficiale in merito?
Su Londrosi la nostra posizione è chiara e si può ascoltare ogni domenica allo stadio. Abbiamo anche già esposto il nostro parere ai vertici della società, quindi per il momento, visto che è in corso un procedimento giudiziario che speriamo si ricomponga a breve, preferiamo non commentare ulteriormente. È anche un modo per lasciare tranquilla la squadra in un momento cruciale del campionato.

Per ragazzi giovani ed “effervescenti” come voi, cosa rappresenta la mitica Giovanna, spesso al vostro fianco?
È una persona che sa farsi volere bene da tutti. Ci telefona, ci parla, talvolta ci sgrida, insieme andiamo in trasferta. Quando vediamo che la perquisiscono all’ingresso, talvolta perdiamo la pazienza …

Per domenica contro il Renate avete preparato qualche sorpresa?
Le sorprese, come tali, non si svelano, ma si è discusso della coreografia e cercheremo di aiutare la società a riempire quanto più possibile lo stadio, visto il progetto sulla solidarietà  Invito tutti i casalesi alla partita, la squadra oltretutto sta finalmente giocando bene. D’altronde, con tutti i soldi spesi, sarebbe stato incredibile il contrario!
fonte Il Monferrato

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